Recensione: Le cinque regole del corteggiamento di Massimo Lolli


Questo libro l'ho finito la settimana scorsa, ma ho avuto bisogno di un po' di riflessione per sapere comeprenderlo e cosa scrivere. Non che i giorni (e le notti) abbiano portato consiglio più di tanto, ma almeno mi sono decisa ^_^

Titolo: Le cinque regole del corteggiamento
Autore: Massimo Lolli
Edizione: Mondolibri (su licenza Mondadori)
Prezzo: 17,50 €
Trama (tratta da libreriarizzoli.corriere.it): Ogni anno, a Monteramello Terme, si incontrano Bertilla e Maria Cira, due amiche innamorate dei figli e annoiate dai mariti. Bertilla è una boara di Vicenza, ripulita e infighettata, Maria Cira una tamarra di Napoli, professoressa di lettere sfottente e logorroica. Il mitico duo è in attesa di Roberta da Bologna, Patrizia da Brescia e Giulia da Cagliari. Tutte le amiche hanno un solo obiettivo: fare sesso. Naturalmente ciascuna all'insaputa delle altre. Moreno Donadello, invece, è un dimenticato cantore dell'adolescenza. Quando era al liceo aveva fondato, con l'amico del cuore Toni Scomparin, la Società dei Promettenti Falliti, per uno studio sistematico e approfondito del corteggiamento, che, solo, avrebbe potuto salvarli da un futuro senza ragazze. E che in effetti qualche frutto aveva dato. Autore del cult movie "Un mercoledì da terroni", Moreno è stato un grande del cinema e della pubblicità nella rutilante Milano degli anni Ottanta. Adesso, però, non è nient'altro che un fallito. Nemmeno più "promettente". L'unica persona al mondo che lo ama e lo ammira è suo nipote Matteo, quindicenne imbranato e poeta in erba. Al culmine della loro vacanza, Bertilla e Maria Cira si recano al Pipistrello più che un dancing un laboratorio sociale - per la Serata Nostalgy, e lì, tra pensionati, sociolabili, immigrati, colf, badanti, statali, agenti di commercio, avanzi di balera, carampane con le chiome tinte e le scarpe dorate, incontrano personaggi improbabili come il dottor Roberto Coppalacagna...

Questo libro è stato abbastanza strano da essermi piaciuto. E che mi è piaciuto è stato facile stabilirlo.
Dire perché risulta un pelo più difficile.
Il racconto è suddiviso in cinque capitoli, ognuno dei quali ha come titolo una delle cinque regole, allo stesso modo ognuno concentra la sua attenzione su uno dei personaggi, mostrando il suo punto di vista e raccontando qualcosa della sua storia. L'azione però è sempre in divenire, non si tratta della stessa scena vissuta da più parti.
S'inizia con Maria Cira, napoletana che sta andando in treno fino a Montemarello Terme con la scusa di concedersi un po' di relax ma in realtà vuole allontanarsi dal marito e anche ... fargli un grazioso paio di corna, senza mezzi termini.
Al secondo capitolo incontriamo Bertilla, vicentina, che attende le amiche (tra cui Maria Cira) in hotel. Conosciamo la sua storia, la sua intenzione di 'divertirsi' esattamente come l'amica, e assistiamo al loro incontro che permette di apprezzarne le differenze.
E' il turno di Moreno, sceneggiatore fallito che dopo un periodo di ottima produzione si è ritrovata esaurita la sua vena artistica ed è finito a fare le recensioni dei locali per un giornale di provincia.
Per finire suo nipote che, incurante dell'aspetto fallimentare dello zio, lo vede ancora come un mito e, da una loro chiacchierata apprenderà le cinque regole del corteggiamento a cui decide di attenersi.
Le quattro vite convergeranno, con questi presupposti, fino all'ultimo capitolo, quello risolutivo in cui ognuno sembra finalmente riuscire a trovare qualcosa.
Al di là della trama, che è poi uno spaccato di vita di una giornata, ho apprezzato molto alcune riflessioni filosofiche sull'amore e la sua conquista. Spunti che mi hanno, in qualche modo, dato da pensare su aspetti magari un po' trascurati di tale sentimento. Quelli forse un po' più frivoli ma non meno importanti. Perchè se è vero che non si ama tutti coloro che si corteggiano, è anche vero che, appurato che nessuno dei due è particolarmente coinvolto, anche il corteggiamento ha le sue emozioni e il suo perché. Se oltre a questo aspetto frivolo, invece, si aggiunge anche qualcosa di forte, allora tutti quei gesti assumo un significato diverso. Che spesso viene dato per scontato dall'amato o dall'amata.
Anche le quattro storie dei protagonisti sono state piacevoli. Niente di straordinario, sono storie che potrebbero capitare a noi o ai nostri vicini, ma raccontate con un stile quasi contrastante. Ad esempio la storia di Moreno non è raccontata con aria patetica e tesa a far pensare 'poverino, poverino', no, in certi momenti il fallimento sembra quasi esaltato e questo fa sì che le emozioni di chi legge rimangano in qualche modo in equilibrio tra pena, rivalsa, divertimento e anche un po' d'indifferenza. Cioè, alla fine mi sono ritrovata spesso a pensare 'ma sei scemo? E, soprattutto, se sei scemo, fatti tuoi.' Cosa un brutale da pensare, certo, ma che suppongo fosse voluta dall'autore. La stessa cosa accade per tutti gli altri personaggi.
Essenziale a rendere piacevole la lettura, l'ironia che pervade tutto il romanzo. Sia quella di Maria Cira, sia quella dell'autore stesso, più sottile, più velata, meno smaccata, ma comunque presente.

Personaggi: Principalmente 4, come dicevo. Maria Cira, che sembra essere quella preferita dall'autore, è una napoletana buffa e battagliera (chiamata per quetso la Guerriera) che pur presentando caratteristiche attribuite sovente ai cittadini del golfo, non scade nel classico e nello standardizzato, rivelandosi divertente, piacevole, originale e assolutamente adorabile. La mia preferenza va a lei, che mi ha fatto divertire un sacco con le sue battute pronte, la sua ironia velata e spiazzante e il suo carattere tosto e franco. Anche Bertilla credo ricalchi molto della città di provenienza, ma non conoscendo io Vicenza o qualcuno dei suoi abitanti, trovo difficile dire, se anche in questo caso l'autore abbia creato un personaggio diverso dai canoni oppure no. Ho trovato un po' ostiche le frasi scritte in dialetto, che in qualche caso non ho saputo assolutamente 'tradurre' in un italiano comprensibile, comunque in generale è abbastanza comprensibile. Si lasciano apprezzare le differenze tra le due amiche, solare e chiacchierona una, un po' più chiusa e riservata la seconda, che non parla di cose di cui 'non sta bene parlare'. Un po' più defilati Moreno e Matteo, non perché il loro 'spazio' sia minore, ma perché comunque incidono meno, sono debolini di carattere e 'perdono' in confronto alla componente femminile del romanzo. Credo che anche questo si voluto. Le cinque regole dovrebbero essere maschili, quelle del sesso forte, mentre sembra che l'autore si diverta a prenderli in giro facendoli quasi 'mangiare' dalle due signore in questione (e con loro anche qualche altro maschietto presente nel libro).

La narrazione è in terza persona, ma di personaggio in personaggio l'autore illustra pensieri e sensazioni, e ne racconta la storia. Ammetto che questo spezza un po' l'azione e il racconto principale, ma a differenza di altri casi, non mi ha dato troppo fastidio. Stile ironico, come dicevo e registro che si 'adatta' un po' al personaggio del momento. Qualche frasi in dialetto che spezza e risulta un po' ostica, ma non disturba più di tanto.

Giudizio finale complessivo: Un libro carino, piacevole anche se non esaltante. Lontano da sentimenti travolgenti ed emozionanti, ma non lascia del tutto indifferente. Mi sono divertita a leggerlo e questo ha reso l'esperienza breve e scorrevole. Alcune frasi mi sono piaciute molto e ho già deciso che gli dedicherò una seconda lettura.
Voto: 7/10

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