Recensione: Divergent 01 di Veronica Roth

L'ho iniziato con calma poi mi ha preso e l'ho finito qualche giorno fa. Finalmente riesco a postarne anche la recensione.

Titolo: Divergent
Autore: Veronica Roth
Edizione: De Agostini
Prezzo: 16,90€
Trama (tratta da www.ibs.it): Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza... Età di lettura: da 12 anni.

Ho iniziato a leggerlo per la read along di Sweety reader, ma sono rimasta indietro e, nell'intento di recuperare, mi sono lasciata coinvolgere e l'ho finito in poche ore.
Siamo in un futuro distopico, dove, as usual, a seguito di guerre/catastrofi/studi e quanto altro l'umanità ha rischiato di estinguersi. Per evitare questo 'leggero' inconveniente, sono state stabilite cinque fazioni. Al compimento dei 16 anni, ogni ragazzo viene sottoposto ad una scelta, irreversibile e definitiva. Per aiutarli vengono sottoposti a dei test che ne rivelano le attitudini. La protagonista rivela predisposizione per 3 diverse fazioni e questo fa di lei una divergente. I divergenti sono temuti, perché avendo in sé più caratteristiche sono più difficilmente assoggettabili. Al di là della storia, la cosa che mi è piaciuta di più del libro è l'aspetto socio- psicologico. Credo che l'autrice abbia fatto un ottimo lavoro nell'attribuire ad ogni fazione un pregio che si trasforma in un difetto se portato all'eccesso ed è quello che ci mostra qui. Quando sono nate, probabilmente le fazioni avevano una buona idea di base, così come affidare il governo agli abneganti perché si preoccupano per gli altri. Anni dopo, all'epoca del racconto, le posizioni sono divenute estremiste e i pregi iniziali sono divenuti difetti. Per fare un'esempio, la protagonista sceglie gli intrepidi. Inizialmente tale fazione trovava il proprio credo nel mettere la propria forza a disposizione dei deboli e della difesa dei medesimi. Al momento dell'arrivo della protagonista, quella forza è spesso usata per soverchiare e comandare. Lo stesso cercano di fare gli eruditi tramite lo studio e la conoscenza. 
Altro aspetto che fa riflettere è la fedeltà alla fazione richiesta agli iniziati: devono interrompere qualunque contatto con la famiglia e fazione di origine se diversa dalla propria. Alcuni genitori non vanno neanche a trovare i figli considerandoli dei traditori.
Tutte queste regole, forzature e simili, anche se incomprensibili a noi, vengono spiegate con l'esasperazione che viene data alla qualità propria della fazione e anche ai rapporti tra le fazioni, sempre più tesi e difficili.
In una civiltà così ben caratterizzata trova spazio la storia di Beatrice. Lei è una divergente e questo le permette di essere un'intrepida, ma senza perdere la sua umanità e i suoi sentimenti verso la propria famiglia di origine. 
Non manca anche l'aspetto romantico che qui ho trovato più quieto e rallentato che in altri Young adult. Tra l'altro, per una volta, Beatrice è carina, ma non bellissima, e non perché lei ha gli occhi foderati di prosciutto, ma proprio perché ce la descrivono così. E l'autrice evita, coerentemente, di farle cadere ai piedi tutti i maschi presenti.

Personaggi: Beatrice è la protagonista e la storia la narra lei, in prima persona. Mi è sinceramente piaciuta. E' una buona eroina, che ha i suoi difetti ma che s'impegna per superarli e nel corso del libro cresce. Affronta le proprie paure, i propri timori, fa le sue scelte soffrendo. In tutta sincerità ho adorato anche il maschietto di turno, Quattro, perché nonostante sia uno duro, l'autrice ha avuto il buon senso di attribuirgli delle fragilità e delle paure. Prima fra tutti soffre di vertigini. Anche lui, come Beatrice, le affronta, ma la cosa che mi piace è proprio questa. Non sono perfetti, semplicemente riconoscono i propri difetti e si impegnano per migliorare. La stessa cosa accade anche per altri personaggi. Eric e Peter fanno parte dei cattivi, ma lo sono davvero. Non che poi tutti amici e tutti felici. Peter fa una cosa che mi ha lasciata di stucco. Anche Christina, che è l'immancabile amica pronta all'uso, non è una santa, anzi, non si fa problemi a prendersi un merito non suo a discapito della protagonista.
Dei personaggi che ho trovati molto reali quindi, oltre ad essere ben caratterizzati e coerenti con se stessi.

Stile: La Roth ha una scrittura scorrevole e piacevole. Pur essendo un distopico evita d'inventarsi congegni e cose troppo futuristiche, ma sfrutta al meglio cosa che si trovano anche adesso. Nonostante tutto ha caratterizzato benissimo il futuro. Le spiegazioni sono piuttosto chiare e coerenti. L'assenza di elementi sconosciuti rende facile seguire il racconto e immaginare i momenti. Ho trovato ottimo anche la base psicologica e sociologica della società che ha creato.

Giudizio finale complessivo: Assolutamente positivo. Mi è piaciuto sia a livello di trama che come cura dei particolari. Sono rimasta stupita per la cruenza di alcune immagini e ammetto che la cosa mi ha fatto anche piacere. Ogni tanto trovo romanzi un po' troppo 'corretti' e censurati, anche dagli autori stessi che parlano di atrocità in maniera generale, ma nel racconto non accade niente. 
Ho trovato angosciante fin da subito questo futuro e trovo che questo sia stato utile per riflettere e apprezzare certe cose del mondo attuale. Non solo, si legge anche per affrontare gli aspetti più oscuri di noi e devo ammettere che la lettura di Divergent ha esorcizzato alcuni miei timori (paure sarebbe eccessivo). 
Mi è piaciuta anche l'integrazione fra trama e scenografia. L'autrice ha evitato di creare una società che le facesse comodo, da usare come più le aggradava per la storia. Anzi, mi ha dato un'impressione assurda di 'realtà' come se lei stesse veramente vedendo quel futuro e ne stesse raccontando un momento preciso. Molto brava.
Per finire una cosa che non c'entra niente. Io sono egoista, sono mortalmente egoista, tanto che del mio egoismo ne ho fatto bandiera. Ebbene, Juliette ha diviso i partecipanti in 5 fazioni come nel libro. Volete sapere dove sono finita io? No, non ve ne frega niente ma lo dico lo stesso: tra gli Abneganti.
Sul momento non ci ho fatto caso, ma quando ho capito qual'era la loro caratteristica (altruismo e generosità) mi son rotolata dal ridere.
Voto: 8/10

Commenti

  1. LOL io non mi ci vedrei proprio abnegante XD
    Comunque anche io l'ho adorato e faccio il conto alla rovescia dai giorni che mi separano da Insurgent :P

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    Risposte
    1. Quando ho capito come erano gli abneganti anche io non mi ci sono proprio vista, però era comunque un gioco e mi sono divertita lo stesso (anche se alla fine non sono riuscita a seguirlo come volevo, Maggio Giugno son due mesi tremendi a lavoro e faccio fatica a seguire tutto).
      Per Insurgent... anche io lo aspetto, ma so già che me lo procurerò subito per poi leggerlo più avanti. Io con le saghe e le serie son così, mi ci vuole un periodo di quarantena tra un libro e l'altro, anche se mi è piaciuto.

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