Recensione: Never Sky di Veronica Rossi

Rieccomi!!! Oggi sono in edizione serale. ogni tanto ci vuole.


Titolo: Never Sky
Autore: Veronica Rossi
Edizione: Sonzogno
Prezzo: 17,00€
Trama (tratta da www.ibs.it): Lo chiamano Never Sky, è un cielo violento, pervaso dall'Etere, sostanza che causa tempeste continue, morte, distruzione. La vita sicura è possibile solo dentro l'enclave Reverie, un mondo barricato, una biosfera ipertecnologica dove ogni pericolo, persino malattie e invecchiamento, sembra appartenere a un lontano passato. Fuori invece, nel dominio dell'Etere, non è dato avventurarsi, nessun abitante di Reverie oserebbe mai, perché la Fucina della Morte è una terra brutale e desolata, infestata da individui assetati di sangue. La bella e giovane Aria vive a Reverie: qui lei e i suoi amici possono scegliere di abitare infiniti mondi virtuali, come in un videogioco. Anche lei, al pari di tutti, teme l'ignoto oltre il confine del proprio Eden. E quando verrà ingiustamente cacciata dalla sua società di eletti, si ritroverà sola e disperata nella Fucina della Morte. È come essersi risvegliata all'improvviso in un corpo che non riconosce, in balìa di un mondo popolato dai discendenti reietti dell'umanità che, dopo la Grande Catastrofe, non hanno trovato rifugio a Reverie. Solo quando il suo sguardo incrocia quello selvaggio di Perry, un giovane Outsider ribelle, Aria comincia a intuire: quel luogo forse contiene la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano negate nell'universo asettico in cui era cresciuta. Ma è anche la morte vera a minacciarla da ogni dove. Presto lei e Perry, opposti in ogni cosa, scopriranno di custodire l'uno la chiave per la redenzione dell'altro.

Passato The selection, la dolce Daydream di Reading is believing ci ha proposto Never Sky. Giusto per rimanere in tema di distopici.
Appena l'ho iniziato ho pensato: ecco, questo è un vero distopico!
Ci troviamo in un futuro piuttosto remoto, il cielo è invaso da una sostanza tossica chiamata Etere e la maggior parte della popolazione vive in città chiamate biosfere.
Inizio con il dire che l'elemento distopico qui è piuttosto forte e ben caratterizzato. All'interno delle biosfere è presente un sistema virtuale radicato che permette la creazione di luoghi chiamati Reami in cui le persone passano praticamente la maggior parte del tempo. Non solo, sono stati anche modificati i corpi umani. Apprendiamo che non esistono più odori, cicli femminili, addirittura i bambini vengono creati in laboratorio.
Sinceramente questo libro mi ha ricordato per molti versi la serie Uglies di Westerfeld, ma suppongo che quando si tratta di distopia alcune caratteristiche siano comuni.
Il racconto si sviluppa con entrambi i punti di vista dei protagonisti e questo permette di vedere le loro sensazioni, il loro sviluppo emotivo e anche cosa turba il loro animo.  Sinceramente ho apprezzato questo aspetto, soprattutto in confronto ad altri libri in cui il punto di vista è unico.
Ci sono delle cose, comunque, che mi sono piaciute meno.
Aria, per una colpa non sua, viene sbattuta fuori dalla biosfera e lasciata a morire nelle zone selvagge. Qui si presenta il primo elemento che mi ha lasciato vagamente perplessa: non è spiegato cosa sia esattamente l'etere nè quale sia la sua pericolosità. Dalla storia si deduce che causa tempeste che bruciano e ustionano, uccidendo uomini e animali e rendendo incoltivabili i terreni. Viene inoltre descritto come qualcosa di fluido, tanto che l'aria è rimasta respirabile.
Altro elemento che mi ha fatto storcere il naso è la differenza tra la società futuristica delle biosfere e quella delle palafitte del villaggio di Peregrine. Capisco che il mondo 'fuori' sia pericoloso e che molte cose siano andate distrutte, ma c'era proprio bisogno di una società con archi e frecce? Che fine ha fatto la polvere da sparo? E anche  avoler eliminare del tutto l'energia elettrica, per me l'autrice è tornata un po' troppo indietro.
Al contrario ho apprezzato molto le persone dotate di doti particolari, la vista, l'udito e l'olfatto più sviluppati del normale, cosa possibilissima quando si è costretti a vivere in condizioni pericolose, ma che l'autrice ha sfruttato al massimo per rendere speciali i suoi personaggi.
Stranamente (per me) il lato emotivo mi è piaciuto molto. I due ragazzi pur innamorandosi nell'arco di un libro, nella 'realtà' del racconto, lo fanno dopo parecchi giorni in cui sono costretti a vivere a stretto contatto, in cui devono imparare a conoscersi e in cui devono aiutarsi a vicenda se vogliono sopravvivere e raggiungere il loro obiettivo. In alcuni momenti mi hanno emozionata davvero e questo lo considero un aspetto positivo.

Personaggi: Aria e Peregrine sono i due protagonisti e, come dicevo, vengono seguiti entrambi con un alternanza quasi precisa dei capitoli. Questo permette di vederli crescere entrambi, maturare i loro sentimenti e le loro sensazioni. Comprendere se stessi e comprendersi a vicenda. Se devo essere onesta però, ho preferito il maschietto, Perry, l'ho trovato più stabile, più profondo, più 'bello' come personaggio. Aria invece, pur avendo ammirato il suo non lamentarsi anche con i piedi a pezzi e pieni di vesciche, mi è rimasta leggermente antipatica. E' comunque un filo capricciosa e viziata e fa anche un po' troppo la saccente, mentre invece non è che abbia sta gran conoscenza, neanche di se stessa (la scena del ciclo è bellissima, non so se mi ha fatto più sorridere la sua ignoranza o l'imbarazzo di lui). Altro difettino del libro è lo scarso approfondimento di tutti gli altri personaggi. Avrei tanto voluto un po' più di approfondimento su Cinder, Marron e Roar, anche attraverso gli occhi dei due ragazzi, invece se ne parla poco. Peccato.

Stile: Il libro è scorrevole e ben scritto, l'autrice utilizza un registro medio e se la cava anche nelle descrizioni futuristiche, quello che manca è forse un approfondimento, ma più a livello concettuale che descrittivo. Buona la parte emotiva che riesce a coinvolgere il lettore così come l'utilizzo della terminologia.

Giudizio finale complessivo: Un libro che mi è piaciuto, pur con le leggere storture che ho menzionato, e di cui aspetto il seguito, forse non con impazienza, ma sono davvero curiosa di sapere come va avanti. Pur avendomi coinvolta e talvolta emozionata, non mi ha fatto rischiare l'infarto nè per i colpi di scena nè per le scene romantiche. L'ho trovato un libro tranquillo, rilassante e piacevole. Per chi non è praticissimo di distopici si può fare fatica all'inizio con la struttura delle biosfere e il concetto dei Reami, ma alla fin fine non è proprio essenziale avere una comprensione perfetta di questi due elementi.
Voto: 8/10

Commenti

  1. Vedo che bene o male la pensiamo allo stesso modo :D
    Anche a me non ha fatto impazzire l'arretratezza dei Selvaggi... troppo esagerata XD
    In più anche io avrei gradito qualche informazione in più riguardo all'Etere...
    Comunque concordo con te, una bella lettura! Non vedo l'ora di leggere anche la serie Uglies che è lì che mi aspetta sullo scaffale :)

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    1. La serie Uglies mi suscita sensazioni contrastanti. Sul momento gli ho trovato dei difetti, ma a distanza di tempo la ricordo con 'affetto' e mi rendo conto che la rileggerei volentieri.

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  2. Anche a me è piaciuto molto e aspetto il seguito per scoprire qualcosa in più. Soprattutto, vorrei conoscere meglio Roar e Cinder che sono tra i miei personaggi preferiti della serie :-)

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    1. Anche io adoro Roar, secondo me ha uno bella storia d'amore da raccontare. Mentre Cinder mi fa tenerezza. Speriamo di non dover attendere troppo. Ormai il primo libro è uscito da un bel po'.

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