Recensione: La donna che si immerse nel cuore del mondo di Sabina Berman

Rieccomi, dopo aver abbandonato questo luogo per una o due (forse anche tre) settimane, nelle mani della mia consocia che ha persostentamente pubblicato almeno i teaser.
Il mio debito nei suoi confronti aumenta a dismisura e temo che presto non riuscirò più a saldarlo.
In questo periodo non ho recensito, ma ho letto, il che vuol dire che ho una piccola montagna di recensioni da scrivere e di libri che attendono di tornare al loro posto dopo che ve ne ho parlato. Uno per volta spero che troveranno tutti il loro spazio.
A proposito di libri, vorrei tranquillizzare gli autori che mi hanno contattata: non mi sono dimenticata di voi e nei prossimi giorni (se non nei primissimi) vedrete anche i commenti ai vostri lavori.
A proposito di commenti la mia schematicità ultimamente mi ha fatto un po' storcere il naso, perché se è vero che così non dimentico nessun particolare di cui voglio parlare, dall'altro a volte le idee mi vengono in ordine sparso e non è facile dividere un argomento dall'altro. Al contempo per chi legge trovo che sia d'aiuto capire subito di cosa sto parlando e anche per dividere una parte un po' più oggettiva (quando riesco) da quella un po' più soggettiva (che può non anche interessare ad un potenziale lettore del libro).
Stavo anche pensando di variare un pochino il blog, il problema è che ancora non so come.
Ci penseremo (sì, passo al plurale perché convincerò in maniera illegale la mia consocia a pensare con me a qualcosa, per cui saremo in due :D:D:D)
Mi piacerebbe tornare a presentarvi i miei acquisti, giusto per dare un po' più di visibilità a libri che, chiaramente, mi ispirano.
Poi qualche altra cosa che per ora rimane allo stato di: prima o poi mi verrà in mente.
Ok. Per il momento ho parlato abbastanza, vi lascio alla recensione di oggi!



Titolo: La donna che si immerse nel cuore del mondo
Titolo originale: La mujer que beceò dentro del corazòn del mundo
Autore: Sabina Berman
Edizione: Mondadori
Prezzo:   17,50 €
Trama: Quando Isabelle eredita l'azienda di famiglia deve fare ritorno da Berkeley al Messico. Appena arriva scopre che una bambina selvaggia si aggira in stato animalesco per le stanze nella casa di famiglia. È la nipote, autistica e vittima di maltrattamenti, che vive come una specie di "cosa", incapace di parlare e di comunicare con gli altri esseri umani. La zia decide di civilizzare la ragazzina e la chiama Karen. Karen è la protagonista e narratrice di questo insolito ed emozionante romanzo. Sarà lei a condurci per mano attraverso l'avventura della sua educazione, dell'evoluzione del suo pensiero, del suo quasi-amore, dei suoi viaggi per il mondo e della sua brillante carriera nel business di famiglia. Ne viene fuori un'eroina unica, originalissima, distante e tenera, forte e fragilissima, libera e solitaria, geniale e incompresa che sta conquistando i lettori di tutto il mondo. Un romanzo sulla diversità e sulla libertà, sui mille sentieri inattesi e pericolosi per i quali ognuno di noi cammina col suo personalissimo fardello di qualità e difetti, speranze e ossessioni.


"Lo sottolineo perché è sempre stata questa la grande differenza tra me e la zia: lei crede che le parole siano le cose del mondo, mentre io so che sono solo frammenti di suono e che le cose del mondo esistono senza avere bisogno delle parole."

Karen. Io. Come dice lei parlando di se stessa. La zia la trova in un vero e proprio stato selvaggio. Una specie di umanoide che urla e mangia la sabbia.
Il primo atto d'amore del libro è proprio la costanza della zia nel riportare la bambina ad un minimo di comportamento civile, per quanto la signora non sia proprio un esempio di amore di zia. In ogni caso riesce nel suo intento e la bambina, pur con le sue difficoltà, riesce perfino a laurearsi.
Viene considerata autistica, suppongo per delle caratteristiche che ha in comune con le persone autistiche, eppure a me non sembrava così 'diversa' come viene dipinta. Certo ha un modo di vedere e di fare molto personale e in alcuni passaggi è chiaramente incapace di capire i sottintesi, ma per come si svolge la storia direi che molta della sua diversità è data dal modo selvaggio in cui ha vissuto i primi anni di vita.

"Se Cartesio afferma 'penso, dunque esisto', io sono sicura del fatto che prima esisto e dopo (non sempre) penso."

Karen detesta Cartesio. Lui e tutto ciò che gli altri esseri umani pensano che li renda umani. E' totalmente priva di immaginazione e questo le permette di essere reale come pochi. Questo suo essere 'reale', le permette di vedere il mondo in maniera totalmente diverso. Di entrare in contatto con la natura e gli animali. E di capire, soprattutto, che gli animali, e il mondo, esistono di per sé e hanno valore per ciò che sono. In contrasto con l'idea di alcune religioni di un dio che ha creato il mondo per l'uomo e glielo ha messo a disposizione.
La trama non è particolarmente originale. Ciò che rende piacevole il libro, sono i molti siparietti che la diversità di Karen crea (la fucilata in casa del prof è stata memorabile), assieme alle sue riflessioni, che mostrano il suo pensiero e invitano tutti a rivalutare un po' il proprio.
Anche l'ambientazione non è poi così essenziale. Si svolge in Messico con passaggi in altre zone, ma alla fine, è la protagonista che caratterizza il romanzo ed è lei che si lascia ricordare.
Solo sul finale ho avuto qualche dubbio, perché in fondo credo che racconti un fatto che ricollega ad una decisione che nel libro viene raccontata prima. Visto che il libro era pressoché lineare forse sarebbe stato meglio proseguire con la stessa tecnica.

Personaggi: Essenzialmente è solo Karen. E' lei la voce narrante, lei che ci parla, lei che mostra i propri pensieri e i propri sentimenti. Può piacere o non piacere (personalmente non l'ho adorata, ma oggettivamente è un bel personaggio) e credo che questo fosse anche l'intento dell'autrice: Karen è indifferente agli uomini, pertanto, anche ai lettori, quindi non ha alcun interesse a risultare loro simpatica o antipatica. E' incredibilmente determinata in alcune cose e non cede le sue idee. Al contempo mostra fragilità quasi infantili, a sottolineare il carico di mancanze che la sua vita ha avuto in tenera età.
La domanda che rimane è: sarebbe stata la stessa in una famiglia che l'amasse? La risposta non è facile, perché è impossibile sapere se Karen sarebbe stata ugualmente empatica nei confronti del mondo, oppure se la sua personalità si sarebbe sviluppata in modo diverso.
Attenzione: ho parlato di siparietti simpatici, ma Karen non è una stupida o una buffona. E' molto seria e reale. Ciò che fa ridere è il contrasto tra il suo pensiero e quello comune, e i suoi commenti alternativi al mondo umano.
Le altre figure sono marginali e filtrate dalle parole della protagonista, che non approfondisce nessuno di loro, anche perché spesso è totalmente incapace di capirle.

"Nasciamo in un mondo vecchio. Pieno di cose fatte dai nostri genitori. E dai genitori dei genitori dei nostri genitori. Nasciamo in un magazzino di anticaglie. Di parole vecchie. Di frasi fatte. Di abitudini acquisite. Di modi di vivere già vissuti."

Stile: Diretto. Da brava ragazza senza empatia, Karen (e quindi l'autrice) ci parla in maniera diretta, senza fronzoli e senza sentimenti. Eppure è bravissima a suscitarli: simpatia, antipatia, rabbia, incredulità e buona parte del resto della gamma. un'abilità che ho apprezzato molto.
La brevità delle frasi ha contribuito a rendere il libro scorrevole e veloce, nonostante le molte pause riflessive che offre.

Giudizio finale complessivo: Un libro che come storia non è memorabile e neanche come personaggio, però mi ha fatto pensare e riflettere tanto. Mi ha lasciato molte perle che rileggo con piacere e una visione un po' più ampia del mondo. Ammetto di avere molti difetti da 'essere umano' e ammetto anche che di alcuni non mi libererò mai, ma non posso negare che questo libro mi ha spinto a cercare di essere una persona migliore. Per il mondo. Non quello umano. Per questo avrei dato 9, ma alla fine ho optato per togliere un punto: la trama e la stessa Karen hanno frenato un po' la mia generosità. Sono sicura che lei se ne fregherà altamente.
Voto: 8/10

" Il loro mondo di uomini standard: una bolla dove nulla che non sia umano viene udito o visto realmente, dove conta solo ciò che è umano e tutto il resto è paesaggio, merce o cibo."





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