Recensione: Città di cenere di Cassandra Clare


Titolo: Shadowshunter The mortal instrument 02 - Città di cenere
Titolo originale: City of ashes
Autore: Cassandra Clare
Edizione: Mondadori
Prezzo: 10,00 €
Trama: Clary Fray vorrebbe soltanto che qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima, vita. Ma non c'è niente di normale nella sua vita se può vedere licantropi, vampiri e altri Nascosti, se sua madre è in un coma magicamente indotto e lei scopre di essere uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni. Se Clary si lasciasse il mondo dei Cacciatori alle spalle avrebbe più tempo per Simon (forse più di un amico ormai). Ma è il mondo dei Cacciatori che non è disposto a lasciar andare lei, soprattutto Jace, il suo affascinante, permaloso fratello appena ritrovato. Per Clary l'unico modo di salvare la madre è inseguire Valentine, il cacciatore ribelle, che è probabilmente pazzo, sicuramente malvagio e anche, purtroppo, suo padre. A complicare le cose a New York si moltiplicano gli omicidi dei figli dei Nascosti. E la città diventa sempre più pericolosa, anche per uno Shadowhunter come Clary.


Voto: 6/10

Ok, so che alcuni fan della saga inorridiranno per questo voto non proprio eccelso, ma non me la sono sentita di dare di più.
Seconda puntata nel mondo creato dalla Clare, piuttosto illeggibile se preso da solo. Lo dico per esperienza personale: quando ho deciso di iniziare, ho clamorosamente sbagliato e sono partita da questo, non capendoci niente. O meglio, qualcosa si capisce, ma i riferimenti al primo libro erano talmente tanti che dopo 50 pagine ho dedotto dovesse esserci un pregresso.
Quindi se volete leggerla, partite dal primo, perché questo capitolo prosegue una storia già iniziata e ha un episodio successivo.
Sì, vi accade qualcosa, c'è una piccola parte che si conclude, una bella battaglia finale (ok, 'bella' è forse eccessivo, ma è comunque meglio di tante altre che ho letto) e una piccola sottotrama completa, ma buona parte dei fili rimangono scoperti e interrotti.
L'ambientazione e il mondo creati dall'autrice sono fantastici. Tutta la struttura su cui si basa l'esistenza degli shadowshunters è consistente e ben costruita. La storia ha una sua logica, fornisce le spiegazioni giuste e lascia quelle rimandabili a momenti più opportuni.
L'impressione che ne ho avuto è che l'autrice scrivesse sapendo ciò che stava scrivendo. Ho percepito che nella sua testa la storia fosse chiara e questo le ha permesso di fare, in generale, un buon lavoro.
Il suo mondo, pur essendo di fantasia, è ben integrato con quello reale e questo lo rende credibile e fa sentire il lettore presente e coinvolto. Non ho avuto nessuna difficoltà ad immaginare luoghi e scene.
Perché un voto così basso?
principalmente per due motivi.
Il primo è quasi banale: il libro contiene uno spoiler enorme su un fatto che si scoprirà in futuro (lo so perché è, appunto, spoilerato) e io non l'ho gradito. Avrei preferito rimanere lì con l'ansia e la curiosità. Invece niente.
Il secondo è, per me, quello più grosso, e non sono stata disposta a passarci sopra: i personaggi.
Non mi piacciono. I secondari mi sono indifferenti, i principali mi suscitano antipatia.
Simon è quello che sopporto di meno, mi sembra patetico e insignificante, messo lì solo per fare triangolino. E' seguito da Clary e Jace che, diciamocelo, sono due lagne. E ho capito i drammi familiari e l'adolescenza, ma fanno venire voglia di sparargli e risolvere il problema alla radice. Non lo si fa perché non si sa a chi tirare per primo.
Isabel e Alex? Un filino capricciosi e ancora non del tutto definiti.
Si parla tanto di Magnus Bane (a cui l'autrice ha dedicato 10 racconti a parte), ma in due libri non mi ha particolarmente entusiasmata. Spero nei successivi.
Sì, ho intenzione di proseguire con questa saga, perché la storia generale mi piace e l'ambientazione m'intriga e magari migliorano pure i personaggi. O il mio giudizio su di loro.
Lo stile della Clare è scorrevole e piacevole da leggere; le descrizioni sono buone, inquadrano bene scene e immagini senza caricarle troppo e coinvolgono il lettore senza spezzare l'azione. Sui dialoghi ho avuto momenti alterni, alcuni mi sono sembrati banalotti, mentre altri hanno tirato fuori il mio lato emotivo (molto belli quelli nel regno delle fate e quello di Clary e Valentine).



Commenti

  1. Sono d'accordo più o meno su tutto, in particolare l'antipatia che fanno i personaggi.
    Ma io saprei a chi sparare per primo: Jace, a mani bassi. Lo trovo di gran lunga il più insopportabile di tutti >__<

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo