Recensione: Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno

Titolo: Con le peggiori intenzioni
Autore: Alessandro Piperno
Edizione: Mondadori
Prezzo: 9,50 €
Trama: L'irresistibile ascesa e l'inevitabile decadenza dei Sonnino, facoltosa famiglia di ebrei romani, e dei loro amici, sodali, fiancheggiatori e nemici; un viaggio nella storia italiana attraverso il succedersi delle generazioni. Il risultato è un efficace affresco dell'alta borghesia romana.

Voto 6/10

Volevo parlarvi di questo libro già da un po', ma ho preferito far passare qualche giorno per raccogliere le idee. Purtroppo, anche se il tempo è passato, non so ancora cosa dirvi perché idee non ne ho.
L'ho letto a scatola chiusa prendendolo a caso dalla pila dei libri da leggere senza ricordare niente della trama o dei motivi per cui era lì, quindi non avevo aspettative, di nessun tipo, che potessero venir deluse. Nonostante questo il libro non mi ha lasciato niente. Non ho neanche capito fino in fondo il senso di tutto il racconto.
Vi ho trovato fin da subito commenti più o meno velati antisemiti da parte di una famiglia di ebrei. Mi sono chiesta quale fosse l'intenzione. Provocazione? Satira? Ironia? Non sono riuscita a capirlo.
La storia è raccontata dal nipote, ma verte per metà sul nonno Bepi, dipinto come una persona affascinante e mondana e causa delle fortune e sfortune della famiglia.
Eppure non è neanche un'epopea familiare. I racconti sembrano servire solo al protagonista per giustificare i suoi comportamenti.
Ho provato a prenderla come un'analisi adolescenziale, ma Daniele non sembra un adolescente più o meno normale, bensì una persona piuttosto disturbata, ossessionata dalle calze delle donne, da Gaia e da tutti quelli che gli stanno attorno.
Non mi ha suscitato nessuna empatia, bensì molta noia, indifferenza e un po' di ribrezzo.
Troppe le riflessioni e le digressioni nel racconto che allungano e tediano, oltre a spezzare la narrazione e a far perdere il lettore (almeno me).
E questo mi fa tornare alla domanda iniziale: qual è il senso del libro? (e il motivo per cui lo avevo messo tra quelli da leggere?)
Forse lo scopo era quello di mostrare come, le azioni di un nonno, possono influenzare i rapporti e la vita sociale del nipote? Una spiegazione che non mi soddisfa. Con questa base il comportamento di Daniele rimane inspiegabile e diviene ancor più strano tutto il parlare di Bepi.
Comunque lo guardi continua a sembrarmi solo un racconto arrabbiato contro le ingiustizie del mondo senza che tali ingiustizie ci siano realmente e senza suscitare empatia e partecipazione.
No, francamente non mi è piaciuto. Nel voto ho cercato di essere un po' più oggettiva (a qualcuno potrebbe piacere e trovarvi anche un senso), ma più di 6 proprio non mi sento di dare.

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