Recensione: Perdonami Leonard Peacock di Matthew Quick

Titolo: Perdonami, Leonard Peacock
Titolo originale: Forgive me, Leonard Peacock
Autore: Matthew Quick
Edizione: Salani
Prezzo: 14,90 €
Trama: Nel giorno del suo diciottesimo compleanno, Leonard Peacock ha deciso: uscirà di casa con una pistola nello zaino e la userà contro il suo ex migliore amico. E poi contro se stesso. Prima di andarsene, vuole dire addio alle persone più importanti della sua vita: Walt, il suo vicino di casa fissato con i film di Bogart; Baback, il compagno di classe che suona splendidamente il violino; Lauren, la ragazza di cui è innamorato; e Herr Silverman, che insegna Storia dell'Olocausto, l'unico professore di cui si fidi. Parlando con loro, Léonard, quasi senza volerlo, semina indizi di un suo terribile segreto, mentre il tempo che lo separa dal gesto fatale si assottiglia. Dall'autore del "Lato positivo", una storia che affronta con realismo toccante la fragilità e la dolcezza di un'età in cui tutto è possibile. Un romanzo che parla con passione e leggerezza della solitudine di essere giovani, della difficoltà di crescere e di accettarsi. Ma anche un inno alla speranza: c'è sempre qualcosa per cui vale la pena di combattere, di non mollare, una scialuppa di salvataggio nel mare burrascoso dell'adolescenza.

Voto: 8/10
Eccomi a parlarvi di un libro che ha affascinato la mia consocia grafica e catturato me tenendomi incollata alle pagine dall'inizio alla fine.
L'inizio perché è uno di quelli a cui non puoi non prestare attenzione. Leonard compie 18 anni e sta preparando dei regali. E' lui che gli fa agli altri, perché nessuno sa o ricorda che è il suo compleanno.
Dopodiché ha intenzione di compiere un omicidio-suicidio. Lo dice fin da subito quindi è impossibile ignorarlo e andare avanti come se niente fosse.
Con questo 'pretesto' l'autore porta i lettori a spasso per la vita di Leonard, passata e presente. Per ogni dono e persona vengono narrati episodi del passato, aneddoti, i motivi per cui quella persona è importante per il ragazzo.
E questo è un ulteriore pretesto per mostrare i sentimenti di Leonard, la sua rabbia, la sua solitudine, il suo modo di esprimersi e di sfogarsi, le origini del suo pensiero e la persona che è oggi.
Bravissimo Quick a scavare e analizzare tale pensiero, a ricostruire i percorsi mentali, le connessioni e le reazioni che, se viste dall'esterno senza una base, potrebbero risultare incomprensibili.
Personalmente vi ho colto anche un sottilissimo invito a non banalizzare mai le azioni altrui. A non dire mai 'Bè, tutti qui? Era questo il motivo?'. Vero che ciò che passa Leonard difficilmente può considerarsi banale, ma ciò che ferisce qualcuno non dovrebbe esserlo mai.
Leonard poi, al di là della fissa omicidio - suicidio, è un ragazzo davvero dolce, che fino all'ultimo, con i suoi gesti, non fa altro che chiedere un po' di attenzione. Il metodo è quello un po' contorto degli adolescenti, e non c'è da stupirsi che, pur cogliendolo, gli altri non riescano ad andare a fondo. Non osano spingersi oltre.
Sembra voler fare qualcosa Walt, il vicino che gli chiede più volte se è tutto a posto e gli dice alcune cose importanti, ma la mancanza della giusta reazione (quella che Leonard ha posto dentro di sé affinché si confidi), spinge il protagonista a svicolare.
Più bello l'intervento di Herr Silverman, anche se, a voler essere pignoli, rischia di arrivare tardi. Però lui è, assieme, al protagonista, uno dei personaggi più belli. Ne ho amato il carattere positivo e la storia.
Terribile la madre. L'ho detestata dall'inizio alla fine e avrei tanto voluto prenderla a calci. Un antigenitore. Egocentrica, egoista, incapace ... stronza. Non mi piacciono gli insulti, ma lei me li tira fuori. E il brutto è che non è neanche grottesca o eccessiva. E' realistica. Ci sono madri così purtroppo.
Sulla vittima designata, Asher Beal, ex amico di Leonard, invece, non riesco ad esprimermi. Compare per una frazione e lo si conosce attraverso le parole di Leonard, ma se da un lato anche lui sembra una vittima (di qualcun'altro, da cui poi derivano i comportamenti contro il protagonista), dall'altro considerarlo una vittima delegittima la condanna, che invece è giusto che ci sia. Ok, anche lui è una vittima, ma comunque ha sbagliato e comunque dovrebbe pagare.
In ogni caso la condanna di Asher non è il fulcro della storia. Diciamo che sembra il pretesto per raccontarla.
Bellissime le lettere dal futuro. All'inizio mi lasciavano perplessa, ma quando ne ho scoperto il senso mi hanno quasi commossa.
Lo stile di Quick è semplice e scorrevole. Descrive bene i sentimenti e gli stati d'animo pur senza discorsi elaborati o grandi giri di parole. Scarne le descrizioni ed essenziali i dialoghi. Carina l'idea delle note che sembrano scritte da Leonard stesso (il romanzo è in prima persona).
Un romanzo bello, con un bellissimo protagonista, che mi ha conquistata e mi è rimasto nel cuore.
Peccato per il finale un po' amaro.




Commenti

  1. Io ho adorato Leonard e il libro, dalla prima frase all'ultima.. <3

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  2. Non sono ancora riuscita a leggerlo, però ne ho tutte le intenzioni. Mi ispirava già prima, ma la recensione mi ha fatto venir voglia di andare a cercarlo adesso :)

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