Recensione: Insolito e crudele di Patricia Cornwell

Non ho parlato di Calliphora, ma almeno questo ve lo recensisco. La mia opinione non cambia, anche se è solo il quarto della serie.

Titolo: Insolito e crudele (Kay Scarpetta 04)
Titolo originale: Cruel & Unusual
Autore: Patricia Cornwell
Edizione: Mondadori
Prezzo: 9,00€
Trama: Mentre Ronnie Joe Waddell sta per salire sulla sedia elettrica, la dottoressa Kay Scarpetta, capo dell'Istituto di medicina legale della Virginia, è intenta ai preparativi necessari per eseguirne l'autopsia. Ma la morte dell'uomo non è il solo evento di cui Kay debba occuparsi in quella fredda notte di dicembre. Poche ore prima, infatti, è stato ritrovato un ragazzino di tredici anni con il corpo orribilmente mutilato: un episodio di violenza sessuale che mostra inquietanti affinità con l'assassinio, risalente a oltre dieci anni prima, per cui Waddell è stato condannato. Ma allora, chi è salito sulla sedia elettrica?


Voto: 6/10
Ho letto diversi racconti con protagonista Kay Scarpetta, non in ordine temporale, e devo ammettere che preferisco i primi, tra cui questo.
Siamo nei lontani anni '90, dove i pc erano più o meno all'inizio (si parla di 486!) e i cellulari non esistevano ancora. Perfino il lumalite, che ora si vede in moltissimi telefilm, aveva appena fatto la sua comparsa.
Nonostante quest'ambientazione 'preistorica', ho trovato la storia carina e ben orchestrata, anche se con elementi talmente comuni a tutti gli altri romanzi che alla fine mi sono diventati noiosi.
Prima di tutto ce l'hanno sempre tutti con Kay Scarpetta. Ogni volta c'è qualcuno che vuole screditarla, sottometterla o addirittura farla fuori. Una porta sfiga peggio della signora Fletcher, con la differenza che Kay si porta sfiga da sola.
Poi c'è sempre il fantastico trio che l'adora nonostante lei sia un filo rincoglionita in certe cose (non nel suo lavoro, lì è brava) e anche piuttosto rompiballe, che pensa a salvarle la pelle, sempre facendole mille raccomandazioni a cui lei puntualmente disobbedisce mettendosi ancora più nei guai.
Per finire è troppo protagonista, tanto da oscurare un po' la vicenda che, almeno in questo caso, si risolve con un effetto a sorpresa che mi ha fatto storcere un po' il naso: il colpevole che salta fuori all'improvviso senza che si sia mai visto prima nel corso del libro.
Per il resto una storia carina, come dicevo, che scorre e si legge bene.
Abbastanza accurato l'approfondimento psicologico dei personaggi, soprattutto del cattivo di turno.
Kay è una donna ancora tosta (in libri più recenti perde un po' di smalto) e forte, con un carattere deciso, anche se mostra la sua debolezza e quanto sia facile ferirla.
Lucy è ancora una ragazzina diciassettenne ribelle e già genio dei computer. Una di quelle persone che non è facile amare e che non apprezzano nessuno perché difficilmente incontrano qualcuno loro pari.
Pete Marino si mantiene sempre uguale: grosso, scontroso e menefreghista verso la propria salute. Attendo che gli venga un infarto ad ogni libro, ma anche lui è bello resistente. Ammetto che non mi è mai piaciuto granchè.
Ultimo degno di menzione è Benton Wesley che ancora vive con la moglie e contribuisce con le proprie conoscenze a stabilire che il killer non è come tutti gli altri e che con lui le teorie non servono (cosa che dice in tutti i libri. mi viene sempre da pensare: sei inutile! In realtà ha alcune buone intuizioni).
Lo stile è scorrevole e piacevole, si lascia leggere bene. Carine le descrizioni, i paragoni e le metafore. Ciò che mi piace poco, è il modo di 'istruire' il lettore: lunghi dialoghi in cui i personaggi stessi spiegano cosa è accaduto. Avrei preferito 'vederlo' durante il racconto.

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