Recensione: Il caffè dei miracoli di Franco Di Mare

Buon giorno e buon lunedì!
Un po' di recensioni in arrivo questa settimana. Cominciamo con oggi ^^

Titolo: Il caffè dei miracoli
Autore: Franco Di Mare
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 18,00€
Trama: È sempre intorno a loro, le fimmine, che si agita il mare delle passioni. E il mare, quando tira malo tempo, in un niente può volgere a tempesta. Ma vale lo stesso se la donna in questione è una statua di marmo, un opulento nudo di Botero il cui sedere da tre tonnellate guarda malauguratamente in direzione di una chiesa? È quel che succede a Bauci, piccolo borgo a strapiombo sulla costiera amalfitana, diventato località alla moda grazie a un festival artistico che quest’anno celebra appunto il maestro colombiano. Quando don Enzo, il parroco, vede l’opera al centro della piazza va su tutte le furie: come si può concepire tale oscenità, peraltro a pochi giorni dalla visita del vescovo? Ma toglierla non si può. Spostarla neppure. Cosa fare, dunque? Se lo chiede Rocco Casillo, il sindaco, al quale la statua serve per coronare i suoi sogni politici, e se lo chiede l’intera, colorata comunità di Bauci. Strane dicerie e fatti inspiegabili si susseguono fin quando, ai piedi dell’imponente chiattona, compare un fagotto con dentro una neonata. La pietra dello scandalo è servita… In un romanzo che sembra già un classico, Franco Di Mare dirige un coro formidabile di furbizie e rivalità, di voltafaccia e colpi di genio. E tocca il nostro cuore da vicino, strappandoci sorrisi e lacrime. Bauci non esiste eppure è verissima, è al Sud ma potrebbe trovarsi in qualunque parte d’Italia; i suoi abitanti siamo noi, così ingegnosi nel complicarci la vita ma così tenaci nel tirarci fuori dai guai.

Voto: 8/10
Nell'immaginaria Bauci, alle spalle della costiera amalfitana, c'è il bar Arturo in cui si dice avvengano miracoli. Classiche leggende di paese. Un paese che non esiste, ma che mi ha fatto pensare ad ogni paese d'Italia.
Un po' di diatribe tra parroco e sindaco; battaglie politiche che non nascono solo dalla politica e tragedie piccole e grandi che possono capitare ovunque.
La trama, carina e divertente, non è tanto importante. Serve più che altro all'autore come spunto per far emergere le caratteristiche tipiche del popolo italiano: la politica incomprensibile, i sospetti du tutto e tutti, l'arte di spettegolare, la curiosità morbosa quando avvengono fatti strani, la cattiveria verso i più deboli, gli errori dei ragazzi che possono avere conseguenze gravi. Ma anche la generosità, la creatività e l'istinto di fare la cosa giusta a dispetto di tutto e tutti.
E quell'ironia e capacità di sdrammatizzare che ci contraddistingue sempre.
Anche un filo di romanticismo, nella storia dolce di Venanzio e Carmelina o di Elvira e il giornalista Marco.
E i miracoli? Ci sono. Sono quelli della vita di tutti i giorni, quelli che spesso si è troppo occupati per notare. Quelli piccoli che alla fine ci regalano un angolino di felicità.
Tanti i protagonisti, ma indubbiamente spiccano le donne. Elvira Neri, dottoressa, colta, arguta; risolve diversi problemi al sindaco, ha idee per il paese ed è generosa. E' quella che mi è piaciuta di più. Poi Carmelina grassa, diabetica, timida e un po' in difficoltà; meravigliosa quando trova un po' di fiducia in se stessa.
Doll, giovane, troppo giovane, sprovveduta e un po' abbandonata a se stessa. Mi ha fatto tenerezza nelle sue difficoltà.
E poi, sopra tutte e tutti, lei, la donna della discordia: la Maya Tropical, gigantesca statua nuda che mostra le terga alla chiesa. Per tutto il racconto è presente, all'apparenza indifferente allo scompiglio che causa, ma che, sotto sotto, sembra ridere e divertirsi un mondo (a detta di qualcuno ben informato sui fatti).
La scrittura di Di Mare anche questa volta si adatta al testo divenendo divertente, pungente e ironica, dando leggerezza e scorrevolezza al testo. Bravissimo a rendere reale un paese immaginario (non avessi saputo che era inventato sarei andata a cercarlo per poterlo visitare) e a idealizzare personaggi reali e quotidiani.
Molto belle le descrizioni, divertenti i dialoghi.
Un bel libro dunque, che si lascia leggere, fa commuovere, divertire, sognare e, soprattutto, sentire a casa.
"Per il resto ritengo che Cartagine debba essere distrutta" (leggetelo e capirete)



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