Recensione: I garbati maneggi delle signorine Devoto di Renzo Bistolfi

Buon lunedì! Io vi lascio in compagnia di alcune vecchiette adorabili.

Titolo: I garbati maneggi delle signorine Devoto
Autore: Renzo Bistolfi
Edizione: TEA
Prezzo: 14,00 €
Trama: Nella Via Privata Vassallo, a Sestri Ponente, il tempo passa lentamente, le tradizioni si rispettano e il clamore del mondo arriva attutito. Regine di questo regno, chiunque vi abiti lo sa, sono le signorine Devoto: Santa, Mariannin e Siria, uguali eppur diverse, e convinte che il genere umano si divida in due: le persone per bene, rispettabili, cristiane e all' antica, e quelle poco raccomandabili, cioè tutte le altre. Miti e riservate, saranno proprio loro, tuttavia, a scendere in campo per prime e con insospettabile decisione quando la tranquillità e il buon nome del loro mondo verranno minacciati. Qualcuno infatti ha messo gli occhi sulle belle proprietà della Via Privata Vassallo, qualcuno pronto anche al crimine pur di ottenere ciò che vuole.
Il romanzo di Renzo Bistolfi è una fotografia degli anni Cinquanta, velata di amabile nostalgia per un luogo e un tempo ormai scomparsi, e per un piccola folla di personaggi di straordinaria umanità. 

Voto: 7/10
Io adoro i vecchietti, l'avrò ripetuto cinquantamila volte, e, dopo questo libro, posso dichiarare che adoro anche le vecchiette. Forse un gradino meno, ma sempre tanto.
Siamo a Sestri Ponente, sul finire degli anni '50, quando ancora c'erano i postumi della guerra, quando ancora i dettami della chiesa erano seguitissimi, quando ancora c'erano un garbo e un'eleganza nel fare le cose che si sta perdendo.
A dispetto delle rigide regole secondo cui vivono, le attempatissime signorine Devoto ci aprono il loro salotto buono, facendoci assistere ai loro incontri con le amiche, al loro stile di vita, alle loro abitudini. Così si ricopre il valore dell'amicizia, del buon vicinato, della cortesia e anche delle difficoltà che, a dispetto di tutto, non sono cambiate.
La parte 'giallo' è carina, forse non originale, ma non da neanche l'idea di già sentito.
Quello che mi è piaciuto di più è il senso dell'amicizia che le vecchiette hanno. Loro sanno che Isolina non dimenticherebbe le amiche, conoscono le sue abitudini e capiscono che qualcosa non va. Penso che molti oggi non sarebbero stati così sicuri, anzi, forse si sarebbero anche risentiti per il silenzio dell'amica. Loro no. Scontato che non vengano credute, del resto 'si sa come sono i vecchietti', abitudinari e incapaci di concepire il cambiamento.
Bistolfi ha fatto un lavoro molto accurato, sia dal punto di vista storico, sia per quanto riguarda la trama. I 'garbati maneggi' sono sottili e appena intuibili, anche dal lettore. Servirà la cieca Siria  per scoprirli tutti e smascherare il vero colpevole.
Non mi aspettavo che fosse lei a risolvere tutto. Avrei confidato di più in Santa, pratica e attiva. Del resto è detto all'inizio che Santa e Mariannin senza Siria non fanno niente.
Mariannin è forse quella che mi ha detto meno, nonostante sia artefice di una delle scene che più mi hanno fatta ridere.
Non c'è una vera e propria protagonista. Neanche le tre sorelle assieme. E' più un romanzo corale in cui le vecchiette si alternano a narrare le vicende. Non solo le Devoto, ma anche Jolanda, Stasi e Stefano.
Tutti personaggi molto belli e ben caratterizzati. Impossibile confonderli e facili da ricordare.
I toni sono leggermente retrò anche se non si ha l'impressione di leggere un romanzo del 1958. Molto accurata la parte  delle abitudini e delle usanze, soprattutto delle persone anziane. carino anche l'uso di alcune parole tipiche (ma giusto una decina, senza esagerare).
Come dicevo, buona anche la parte della vicenda. Forse non mi ha entusiasmata tantissimo, ma è comunque carina, ben costruita, con gli indizi sparsi con abilità e giustamente camuffati. Sinceramente non avevo capito chi era il colpevole.
Una storia carina quindi, a tratti divertente, che scorre via senza annoiare, pur rimanendo molto elegante e ... garbata.


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