Recensione: Amleto di William Shakespeare

È una vita che non scrivo una recensione! E riparto con una lettura leggera leggera ^^


Titolo: Amleto
Titolo originale: The tragedy of Hamlet, prince of Denmark
Autore: William Shakespeare
Editore: Fabbri Editori
Prezzo:
Trama: La celeberrima tragedia di Shakespeare è una grande parabola morale, in cui le forze del bene e del male continuano la loro eterna lotta, coinvolgendo l'uomo in un turbine inarrestabile di dubbi e di passioni che lo porterà alla morte, insieme alle persone amate, ai peggiori nemici, per tenere fede al suo giuramento di vendetta e di giustizia.

Voto: 4,5/5 (9/10)

A dodici anni di distanza dalla prima volta, ho riletto questo dramma di William Shakespeare. È stato un po' come rinnovare i voti nuziali. Amleto, infatti, ha rappresentato per me una conferma dell'amore assoluto che nutro per Shakespeare e i suoi capolavori.
La tragedia di Amleto si svolge in Danimarca, dopo la morte del Re, padre del protagonista.
Il primo sentimento che emerge chiaro è il dolore, naturale conseguenza della perdita di una persona tanto cara quale un genitore. Dolore che trova sfogo nella vendetta quando Amleto, già profondamente disgustato dal comportamento della madre, scopre che il padre è stato assassinato e non morto naturalmente come si credeva.
È da questo punto in poi che traspare nitida tutta la lacerazione dell'animo e della mente del personaggio.
La citazione che tutti conosciamo, ovvero "Essere o non essere, questo è il problema", è emblematica di uno stato d'animo confuso e combattuto.
Amleto vuole la vendetta, ma ama sua madre che al tempo stesso la disprezza e non riesce a perdonarla.
Questa sfiducia finisce per rispecchiarsi in tutti i suoi rapporti che siano essi di amore o di amicizia, con l'unica eccezione che è Orazio.
Amleto è il personaggio principale. La sua personalità, i suoi pensieri e i turbamenti sono espressi attraverso monologhi lunghi e articolati. È complesso, sfaccettato, quasi all'avanguardia se si considera il periodo storico della stesura del dramma.
Ho adorato il suo linguaggio pungente, la sua ironia e il suo essere anche, in qualche modo, sfacciato.
Un folle, è così che viene etichettato da tutti ed è con lucida follia che Amleto agisce.
Gli altri personaggi, pur essendo ben caratterizzati, vengono in parte oscurati dall'imponenza di Amleto.
In quanto tragedia, le vicende trovano tutte conclusioni, a mio parere, appropriate. Il finale è catastrofico, ma un 'e vissero tutti felici e contenti' non sarebbe stato comunque coerente.
Onestamente, non so se esistono versioni diverse, ma la mia edizione fa parte di un'intera collana della Fabbri ed è strutturata come un'opera teatrale, per cui il testo è privo di descrizioni (se si esclude l'entrata e l'uscita di scena dei personaggi), ma ricco di dialoghi.
Lo stile è quello classico, dunque una scrittura ricercata, forse non sempre scorrevole ma così ricca di metafore e molto poetica da risultare piacevole.
Sono consapevole che si tratta di un genere di lettura a cui si approccia con una certa cautela ma se amate i classici, Amleto è un'opera che non può deludere.




Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Recensione: Il paradiso dei diavoli di Franco Di Mare

Segnalazione: L'angelo e il mugnaio di Antonio Aschiarolo