Recensione: Wolf. La ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin

Il mio primo ucronico. Uhm... non sono sicura che il genere mi piaccia.

Titolo: Wolf
Titolo originale: Wolf by wolf
Autore: Ryan Graudin
Edizione: DeAgostini
Prezzo: 14,90€
Trama: È il 1956 e l’alleanza tra le armate naziste del Terzo Reich e l’impero giapponese governa gran parte del mondo. Ogni anno, per celebrare la Grande Vittoria, le forze al potere organizzano il Tour dell’Asse, una spericolata e avvincente corsa motociclistica che attraversa i continenti collegando le due capitali, Germania e Tokyo. Il premio in palio? Un incontro con il supersorvegliato Führer, al Ballo del Vincitore. Yael, una ragazza sopravvissuta al campo di concentramento, ha visto troppa sofferenza per rimanere ancora ferma a guardare, e i cinque lupi tatuati sulla sua pelle le ricordano ogni giorno le persone che ha amato e che le sono state strappate via. Ora la Resistenza le ha dato un’occasione unica: vincere la gara, avvicinare Hitler… e ucciderlo davanti a milioni di spettatori. Una missione apparentemente impossibile che solo Yael può portare a termine. Perché, grazie ai crudeli esperimenti a cui è stata sottoposta, è in grado di assumere le sembianze di chiunque voglia. Anche quelle di Adele Wolfe, la Vincitrice dell’anno precedente. Le cose però si complicano quando alla gara si uniscono Felix, il sospettoso gemello di Adele, e Luka, un avversario dal fascino irresistibile…

Voto: 3,5/5 (7/10)
Credo sia la prima volta che mi ritrovo a leggere un ucronico e non sono sicura che il genere mi piaccia. Forse dipende anche dall'argomento del libro: la Seconda Guerra Mondiale, tema che non amo in nessuna sfaccettatura. In ogni caso, riconosco che non è male come racconto.
Yael è una bambina ebrea su cui sono stati eseguiti esperimenti da medici nazisti. Questo le ha dato una dote molto particolare che forse neanche i medici stessi si aspettavano.
Anni dopo (1956) Hitler ha vinto la guerra e governa sul mondo. Yael, entrata a far parte della Resistenza, si assume un terribile compito per cercare di cambiare le cose.
L'idea della gara motociclistica è stata piuttosto originale. Per alcuni versi ricorda i tanti distopici usciti ultimamente (si tratta di uno young adult anche in questo caso), ma riesce a discostarsene comunque. Simili, invece, le tematiche: oppressione, soprusi, voglia di riscatto e ribellione.
La parte storica credo sia abbastanza rispettata, nonostante gli esperimenti e l'esito alternativo della guerra, e il 1956 creato mi è sembrato abbastanza realistico. Ho trovato poco credibile la parte con i russi. Troppo semplicistica per questo popolo.
Di contro, ho apprezzato che Yael non avesse tutte le informazioni su Felix Wolfe e Luka Löwe, che venisse lasciato un margine di incognite dove lei dovesse improvvisare, e che non si facesse distrarre troppo dalla missione.
Molto belli i capitoli sul passato, in cui la ragazza ricorda le persone che sono state importanti per lei e per le quali sta combattendo.
Come dico spesso, buona parte dell'apprezzamento di un libro deriva dai suoi personaggi e a me la protagonista non è mai rimasta simpatica.
Yael è ben costruita. I suoi demoni interiori sono visibili, la sua crescita è chiara e anche la sua natura. Ha un'ottima caratterizzazione e rimane sempre coerente. Nonostante questo non ho amato un personaggio così negativo.
Ho preferito molto di più i due ragazzi.
Felix in primis, che lotta e fa il possibile per difendere sua sorella (e non sa che quella non è sua sorella). E' un ragazzo buono, dolce, che fa il possibile per non perdere un altro affetto caro e per tenere unito ciò che resta della sua famiglia.
Luka Löwe, invece, mi è piaciuto per la sua doppia anima: quella che mostra e quella che ogni tanto si intravede.
Se mai leggerò gli altri libri (perché non poteva trattarsi di un libro solo, c'è chiaramente un seguito) sarà solo per vedere come si evolve lui.
Anche la scrittura non mi ha colpita favorevolmente. Il testo è scorrevole e veloce e si fa leggere in fretta, ma la negatività di Yael pervade tutto (parla in prima persona) e questo me lo ha reso un filo noioso. Ammetto di aver alternato gli ultimi capitoli con un testo più interessante. I pensieri di Yael sono maturi, mentre i dialoghi restano da adolescenti. Poche e concise le descrizioni statiche, vivide quelle dinamiche.
Il libro è il primo di una saga (presumibilmente una trilogia) che non so se continuerò. Oggettivamente non è brutto, soggettivamente non mi ha coinvolta né entusiasmata (Luka a parte). Alla fin fine è l'ennesimo young adult, non distopico ma ucronico. Talvolta la differenza non si vede.

Commenti

  1. Il genere ucronico per me si presta a poche vie di mezzo: o bene bene, o male male. Questo, se devo essere sincera, mi ispira pochissimo perchè mi sembra un po' troppo "facilone" e mi da l'dea di essere sullo stile dei "distopici" che hanno infestato gli scaffali per anni :/

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  2. Ciao nuova iscritta. Questo libro a me personalmente non ispira penso anche io sia sulla falsa riga dei distopici, tutti uguali, che fino a poco tempo fa affollavano gli scaffali delle librerie in ogni caso bellissima recensione :*

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