Recensione: Il rumore della pioggia di Gigi Paoli

Altro bel librino soddisfacente, di un autore italiano che merita.


Titolo: Il rumore della pioggia
Autore: Gigi Paoli
Editore: Giunti
Prezzo: 15,00 €
Trama:  Sono ormai alcuni giorni che Firenze è sferzata da una pioggia battente e, come se non bastasse, la visita del presidente israeliano ha completamente paralizzato la città. Carlo Alberto Marchi è intrappolato nella sua auto che da casa lo porta al Palazzo di Giustizia, quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all'alba, in un antico palazzo di via Maggio, la prestigiosa strada degli antiquari, viene trovato morto con ventitré coltellate l'anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l'Economato. Marchi si mette come un mastino alle calcagna dei magistrati nella speranza di tirar fuori uno scoop e chiudere finalmente la bocca al direttore del Nuovo Giornale. Sempre correndo come un pazzo, intendiamoci, perché a casa c'è Donata, la figlia di dieci anni che inizia a lanciare i primi segnali di un'adolescenza decisamente in anticipo. Ma stavolta conciliare il ruolo di padre single con quello di reporter d'assalto sembra davvero un'impresa disperata: sì, perché c'è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti. Su tutte, l'ombra della massoneria, che in città è prospera e granitica da secoli. E l'inchiesta corre veloce in una Firenze improvvisamente gotica e oscura.


Voto: 4/5 (8/10)
Ogni tanto mi imbatto in piacevoli scoperte e Il rumore della pioggia di Gigi Paoli lo è stata sicuramente. Il romanzo d'esordio di questo autore italiano è ambientato in una Firenze, incupita da una pioggia incessante, e teatro di un terribile omicidio.
Quando un antiquario viene trovato morto nel suo negozio specializzato in oggetti religiosi, non sono soltanto le forze dell'ordine a mobilitarsi ma anche i giornalisti. Ed è così che si svolgono le indagini, percorrendo questo doppio binario. Da una parte il colonnello Lion, il PM Mastrantonio, e tutta la macchina investigativa che si attiva per raccogliere prove, ipotizzare un movente, imbastire teorie che possano condurre al colpevole di un delitto tanto efferato quanto inspiegabile; dall'altra i giornalisti, sempre in cerca di particolari esclusivi, di dati essenziali per confezionare la notizia e mandare in stampa il quotidiano.
Ed è proprio un giornalista di cronaca giudiziaria la punta di diamante del romanzo. Carlo Alberto Marchi è un personaggio carismatico, intraprendente, che si divide tra i due amori della sua vita: il lavoro e Donata, la figlia di dieci anni.
Due amori che lo assorbono pienamente senza lasciate spazio ad altro, soprattutto perché dopo l'abbandono della moglie (che, da madre, mi chiedo come abbia fatto ad abbandonare anche la figlia, ma tant'è!), e diversi tentativi disastrosi di riprovare il confronto con l'universo femminile, giunge alla conclusione che l'unica donna della sua vita è Donata.
Con la sua ironia e, soprattutto, autoironia, da personaggio genuino, che riconosce i propri limiti e quasi sottolinea le proprie carenze, Marchi ci guida non solo nel mondo del giornalismo, presentato in maniera accurata e accattivante (un ambito che adoro, tra l'altro), ma anche tra le vie, i palazzi e la vita di una Firenze vista con occhi diversi.
Mi risulta sempre un po' difficile parlare di un romanzo giallo senza incappare nell'inevitabile spoiler ma posso tranquillamente dire che la trama è fitta. Nel corso delle indagini si scaverà nel marcio che si annida in certi ambienti esclusivi, dalle famiglie benestanti alla chiesa; tutti gli elementi porteranno ad una soluzione del caso quasi comoda, seppur fondata, che il lettore può intuire facilmente, almeno io l'ho intuita appena si è accennato a certi fattori. Ma non tutto è sempre come sembra.
Ciò che mi è piaciuto di più di questo romanzo è il fatto che il giornalista E' un giornalista. Ho apprezzato il rispetto di Paoli per il personaggio, che sì, è intuitivo, è curioso, è a tratti anche irriverente, ma rimane un giornalista e fa il suo mestiere. A risolvere il caso ci pensa la giustizia. Marchi non appare come il super personaggio che fa tutto e scopre tutto. E questo mi piace.
Lo stile di Paoli mi ha tenuta incollata alle pagine. E' scorrevole ed interessante. Non annoia neanche nelle descrizioni, che non lesina. La narrazione si alterna tra la terza e la prima persona, che è limitata al solo punto di vista di Marchi.
Malgrado le tematiche serie, Paoli riesce ad equilibrare bene i momenti di tensione a quelli più leggeri, ironici e quasi divertenti, mantenendo alta l'attenzione del lettore senza appesantire la storia.
Direi che posso sfregarmi le mani nella speranza che questo romanzo sia il primo di una serie che leggerò con piacere.





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