Recensione: Madame Mallory e il piccolo chef indiano di Richard C. Morais

E dopo tanti programmi di cucina... anche un libro. Non di ricette ^^

Titolo: Madame Mallory e il piccolo chef indiano
Titolo originale: The hundred-foot journey
Autore: Richard C. Morais
Edizione: Neri Pozza
Prezzo: 16,50 €
Trama: Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent'anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando scappellotti sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti. Naturale che quando l'intera famiglia Haji si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, il piccolo Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas. Un locale magnifico per gli Haji, con un'imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino. Peccato che abbia di fronte un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, la cui proprietaria, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco per la presenza di un bistrò indiano...

Voto: 3/5 (6/10)
Uscito qualche anno fa, recentemente è più conosciuto con il titolo Amore, cucina e curry, grazie al film del 2014.
Non ho visto il film e, dopo aver letto il libro, dubito di volerlo vedere.
Non è brutto, ma mi è piaciuto a metà. La prima metà.
La prima parte è decisamente divertente, sia nel raccontare i pellegrinaggi in giro per l'Europa, sia nel parlare della famiglia Haji (fuori dalle righe quel tanto che basta ad essere un filo grottesca senza esagerare), sia negli scontri tra il ristorante indiano e l'altezzosa Madame Mallory.
La seconda parte invece diventa noiosa. Hassan è un personaggio 'triste', negativo che non mi è piaciuto e per cui non ho provato empatia, la sua vita e le sue vicende quindi, non mi hanno interessata e ammetto che, ad un certo punto, ho iniziato a contare le pagine che mancavano alla fine.
Anche nel momento del successo non è coinvolgente e il lettore a stento pensa un tiepido: vabbè, bravo.
Più simpatica Madame Mallory con tutta la sua antipatia e altezzosità. Tutti i programmi di cucina che spopolano ci hanno abituati a figure come quella della chef del libro. Che in generale non mi piacciono, ma Madame ha reazioni talmente eccessive e cinematografiche che strappa diversi sorrisi. Unica pecca: sparisce a metà libro appunto, lasciando sul campo solo Hassan.
Anche lo stile risente un po' del racconto: più fresco e ammiccante nella prima parte, più cupo e lento nella seconda. Diventa monotono e noioso, peccato.
Mi spiace dirlo, ma a causa di questo dualismo è un libro che arriva alla sufficienza piena ma non va oltre, di cui si può dire 'carino' ma niente di più.

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