Recensione: Sogno criminale di James Hadley Chase

Certe volte capita di ritrovarsi tra le mani libri che ci si chiede, davvero, quel giorno in libreria poteva cadermi una tegola in testa, piuttosto? U_U

Titolo: Sogno criminale
Autore: James Hadley Chase
Editore: Giunti
Prezzo: 6,90 €
Trama: Nella vita reale George Fraser è un timido piazzista di enciclopedie, amato solo dal gatto della squallida pensione in cui vive e dall’ingenua domestica Ella, che ogni mattino ascolta rapita i suoi fantasiosi racconti di una vita pericolosa e ai limiti della legalità: perché nei suoi sogni a occhi aperti George si trasforma in un temutissimo gangster, audace e sprezzante, che tratta da pari a pari con boss del calibro di Al Capone e Lucky Luciano. Ma che cosa accade se la fantasia criminale diventa realtà? Quando incontra Sydney Brant, un ragazzo con il volto deturpato da una misteriosa cicatrice che gli storpia il sorriso, l’esistenza di George viene completamente stravolta: soprattutto se al fascino malavitoso di Sydney si aggiunge quello della sorella Cora, una vera femme fatale, tanto seducente quanto cinica e manipolatrice. Complice una pistola ereditata dal patrigno, George si ritroverà in un universo ancora più spietato di qualsiasi scenario avesse mai osato immaginare. E il risveglio sarà violento come un pugno in piena faccia.


Voto: 1,5/5 (3/10)

Più che un sogno, questo libro è stato un incubo. Il mio incubo, pagina dopo pagina. Viene definito un noir, ma più che nero io l'ho trovato di un grigio pallido. Poche volte nella mia vita da lettrice mi sono imbattuta in un romanzo tanto insensato e piatto. A volte capita che la trama sia buona però i personaggi lasciano a desiderare, oppure che ci siano dei personaggi notevoli con una trama che fa storcere le labbra. Questo libro manca di tutto. E' agghiacciante! Mi ha lasciata basita dall'inizio alla fine.
Provo a motivare questa stroncatura partendo dal personaggio principale: George Fraser.
George ha la stazza di un mastino napoletano, la personalità di un coniglio e la vitalità di un bradipo. E' un piazzista, si guadagna da vivere vendendo enciclopedie porta a porta e si crede pure bravo. Lui. Illuso! Non ha una gran vita sociale, se si esclude l'esclusivo rapporto di amicizia con Leo, il gatto pauroso (non a caso sono in sintonia!). Non ha una fidanzata, mai avuto una donna, e non ha dei veri amici. Se aggiungiamo pure che il suo passatempo preferito è farsi dei filmini mentali in cui lui è un gangster spietato che non perdona nessuno, allora il quadro è completo.
Tuttavia quello che mi ha veramente spazientita di più in questo personaggio è l'incoerenza. Un attimo prima è cauto e timoroso, quello dopo vuole mostrare coraggio e determinazione, quello dopo sta già pensando che sarebbe meglio scappare a gambe levate. Di fondo è un emerito imbecille.
Si può decidere lucidamente di andare a vendicarsi di qualcuno da cui ci si è salvati per miracolo, dopo essere stati massacrati di botte e essere stati tagliuzzati con un rasoio, con una pistola scarica??? Per George sì.
Ho letto delle cose assurde. Sto imbecille deve recuperare una cosa in un bungalow di campagna dove c'è stato l'omicidio e dovrebbe esserci ancora il cadavere.Si è portato dietro le copie di libri che lui vende porta a porta perché così se la polizia lo becca può dire che si è preso un giorno di vacanza in campagna e sta lavorando per pagarselo. Lo crederanno, certo. Perché è normale che uno prende un giorno DI VACANZA e se ne va in montagna, dove dovrebbe essere in VACANZA, e va in giro a lavorare! Solo a me suona assurdo? È come dire: di solito vendo il cocco per strada ma domani vado in vacanza al mare e vendo il cocco in spiaggia per pagarmi questo giorno di vacanza. Sì, è assurdo.
Gli altri personaggi non si salvano. Cora dovrebbe essere una femme fatale ma è solo una sciattona prepotente, dispotica, sclerotica, manipolatrice che utilizza George come enorme zerbino. Lei è la sorella di Sydney, un nuovo venditore porta a porta che affianca George. Ovviamente il nostro furbissimo protagonista si innamora di lei. A prima vista. Appena la vede al bar dove lo spedisce Sydney con quello che poi viene fuori essere stato solo un pretesto. E come potrebbe non innamorarsi di una con i vestiti sudici (va bene vecchi perché se è povera ci sta ma sporchi?!), i capelli in disordine, che manco io appena alzata dal letto, e dei modi da scaricatore di porto a cui hanno appena pestato l'alluce?
Lei è veramente atroce. Uno squallore.
George, in qualunque situazione si trovi, riesce a pensare solo ad una cosa: che Cora potrebbe essere "carina con lui". Ma "Cora" e "carina" nella stessa frase non ci stanno.
Secondo la trama del libro, conoscendo quei due soggetti, George dovrebbe ritrovarsi a vivere una delle avventure che tanto spesso sogna e di cui è il protagonista. Niente di tutto ciò.
Viene sfruttato, raggirato, malmenato. Detta così pare che sia una povera vittima invece è solo un imbecille, credetemi. Come altro lo definireste uno che dopo essere stato rifiutato e umiliato più volte, si offre di lavare i panni alla mancata femme fatale, di riordinarle casa e di lavarle i capelli perché così forse lei fa la "carina" (è in fissa con sta cosa!) con lui?
Personaggi a parte, anche le situazioni sono di una lentezza e di una noia che proprio non si riesce a sentirsi coinvolti. Ogni tanto un colpo di scena buttato lì, per creare una suspance inesistente, ma riuscendo solo a spazientire ancora di più.
Si arriva al finale che di speranze se ne hanno davvero poche e infatti George rimane quello sfigato che è, dal principio alla fine!
Ribadisco.. certe volte è meglio la tegola!









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