Recensione: La fioraia del Giambellino di Rosa Teruzzi

Secondo appuntamento con Nonna Iole, Libera e Vittoria.
Mi accorgo solo ora di non avervi mai parlato della loro prima avventura. Purtroppo non so se riuscirò a recuperare la svista. Il tempo è un po' tiranno con me ultimamente.
Intanto vi lascio la mia opinione su questo.
Buona estate a tutti

Titolo: La fioraia del Giambellino
Autore: Rosa Teruzzi
Edizione: Sonzogno
Prezzo: 14,00€
Trama: Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure no? 

Voto: 3,5/5 (7/10)
Secondo appuntamento con il trio di donne più improbabile che esista. I legami di sangue spesso arrivano là dove la semplice tolleranza suggerirebbe un taglio netto.
Dopo la nomea di fabbricatrice di bouquet magici, Libera, sempre grazie ai giornali, si guadagna anche quella di detective dilettante, attirando le attenzioni di Manuela.
La donna, futura sposa, vorrebbe che Libera scoprisse chi è suo padre.
Ho trovato la storia abbastanza probabile e realistica: nessuno sa niente di madre e figlia e i vecchi compaesani ricordano poco o niente (tra quelli ancora vivi). l'autrice è stata brava a non rendere l'indagine di Libera e Iole troppo facile, anche se un paio di colpi fortunati ci sono comunque (del resto se la vicenda deve trovare conclusione in qualche modo dovrà pur farlo).
Al di là dei fatti, ampio spazio è occupato dalle riflessioni personali (tutte di Libera, essendo suo il punto di vista). Si parla del comune desiderio di conoscere le proprie origini (c'è un certo parallelismo tra Libera e Manuela), contrapposto alla volontà di mantenere il segreto (e qui si potrebbe aprire un ampio dibattito su quale dei due sia da tutelare). Questo porta al bisogno di verità e giustizia (in questo caso il collegamento è con Vittoria) e a chiedersi se la verità sia sempre cosa buona e giusta.
Sinceramente ho apprezzato come l'autrice ha deciso di concludere la vicenda (e dove spedisce a vivere Manuela, Monticchiello è un paesino carinissimo), è stata una soluzione che non scontenta nessuno. Anche se la verità è sfumata e il lettore deve supporla più che conoscerla.
Una cosa che invece non apprezzo? il triangolo. E' un mio difetto, ma già non lo sopporto tra adolescenti, figuriamoci tra cinquantenni.In ogni caso tifo per Furio.
Nonostante la presenza del narratore, la protagonista assoluta è Libera. E' attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri che leggiamo la storia e conosciamo i movimenti di Iole e Vittoria.
Quest'ultima rimane la più defilata, quasi un personaggio secondario. Compare giusto per redarguire madre e nonna, anche se stavolta non sembra troppo dispiaciuta di saperle impegnate a fare le detectives.
Nonna Iole è sempre più frizzante (e un po' fuori di testa). Amo la sua aria peperina e scanzonata, apporta leggerezza alla storia. E mette pure a segno qualche bel colpo. Fosse stata mia mamma, però, probabilmente l'avrei già strozzata.
Carini Gabriele e Furio, anche se io, come dicevo, preferisco il secondo: più solare e, all'apparenza, sincero. Il poliziotto invece ha comportamenti che, suppur capisco, non mi piacciono.
Lo stile porta leggerezza, rendendo il romanzo scorrevole e attenuando i toni drammatici che potrebbe avere.
Un romanzo adatto ad ogni stagione, anche se io avrei preferito leggerlo in primavera o autunno.

Commenti

  1. ciao, sono una nuova follower! Complimenti per il blog è veramente fatto bene! Se ti va ti aspetto sul mio come lettore/trice fissa
    http://ioamoilibrieleserietv.blogspot.com/2017/07/www-wednesday.html

    grazie

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