Recensione: Sortilegio (The Prodigium 3) di Rachel Hawkins

Ogni tanto cerco di portare a termine qualche saga iniziata e poi lasciata in sospeso...

Titolo: Sortilegio
Titolo originale: Spell Bound
Autore: Rachel Hawkins
Edizione: Newton Compton
Prezzo: 14,90 €
Trama: Proprio quando Sophie Mercer ha deciso di accettare i suoi straordinari poteri magici, tipici di un demone, il Consiglio glieli toglie. Ora Sophie è indifesa, sola, e in balia dei suoi nemici giurati, i Brannicks, una famiglia di donne guerriere che dà la caccia ai Prodigium. O almeno questo è ciò che Sophie pensa, fino al momento in cui lei stessa non farà una scoperta sorprendente. Le Brannicks sanno che una guerra epocale sta arrivando, e credono Sophie sia l’unico essere abbastanza potente da salvare il mondo. Ma senza la magia, Sophie non è così sicura di sé. Riuscirà a riottenere i suoi poteri prima che sia troppo tardi?

Voto: 3/5 (6/10)
Finalmente ho concluso questa saga. So che esiste un quarto episodio con altri personaggi, ma per me basta così.
Non è un brutto libro, solo che a me sembrano più degli appunti che un testo finale. più leggevo e più pensavo: vuoi vedere che per sbaglio hanno mandato in stampa la scaletta?
E' tutto veloce, ridotto all'essenziale, come se l'autrice avesse scritto in breve cosa deve accadere, un paio di accenni ai sentimenti di Sophie e poco più, in attesa di sviluppare con cura ogni pezzo. le idee ci sono, non originalissime, ma comunque carine ed interessanti, solo che non c'è modo di apprezzarle a fondo.
E' un libro sulla magia, su streghe, stregoni e demoni eppure non è che questa magia la si percepisca tanto.
I momenti drammatici passano in quattro righe. I colpi di scena in due e sono talmente prevedibili e citofonati che ho finito per accoglierli quasi con noia.
Impossibile affezionarsi ai personaggi, tanto che anche al momento del sacrificio sono stata ben lontana dal provare qualsiasi moto di simpatia o empatia. Tra l'altro la scena è talmente sbrigativa che mi sono chiesta se fosse proprio necessaria.
Non c'è approfondimento, di niente, e tutto risulta superficiale. Ho capito vagamente i motivi delle Casnoff, Cal viene dimenticato in più punti (perché non c'è il suo passato nell'Oltretomba?), Torin viene buttato dentro con una blanda spiegazione (anche lui era proprio necessario?) e così via.
Poi che senso hanno le Brannicks? C'era già L'occhio di Dio come nemico, bastava sfruttarlo.
Anche i sentimenti subiscono la stessa sorte. L'amore di Sophie non l'ho sentito per niente. Neanche l'ostilità di Finley. L'amicizia di Jenna. L'ambizione di Lara. Tutto leggero e non si può attribuire la responsabilità di questo al punto di vista soggettivo.
Finale scontato.
L'unica cosa che un po' tira su le sorti è la scrittura, veloce e leggera anche questa, ma almeno non annoia e permette alle pagine di scorrere via velocemente.
Peccato. Un capolavoro di originalità non lo sarebbe stato comunque, ma aveva le potenzialità per essere una bella storia, avvincente ed emozionante. Invece per me è tirata via, affrettata e abbandonata a se stessa.

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